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Prokofiev, Sergej Sergeevič.

Compositore russo. Avviato agli studi musicali dalla madre M.G. Zitkpva, brillante pianista, studiò composizione con R.M. Glière e, una volta ammesso nel 1904 al conservatorio di Pietroburgo, con N.A. Rimskij-Korsakov, A.K. Ljadov e N.N. Cerepnin. Presso il conservatorio moscovita completò la sua formazione studiando direzione d'orchestra con Cerepnin e pianoforte con la pianista A.N. Essipova. Nel 1910 ottenne il premio Rubinstein per il Concerto n. 1 per pianoforte, op. 10. Del 1914 è la Suite scita (1914), che suscitò qualche polemica perché ritenuta eccessivamente moderna. Fu così che P., per fugare ogni dubbio sulla sua capacità di comporre musica di perfetta forma classica, nel 1917 presentò la Sinfonia Classica, con uno stile che ricorda quello di Haydn, destinata a diventare una delle sue opere più famose. Dal 1918 iniziò a viaggiare come concertista: fu principalmente negli Stati Uniti, dove nel 1921 fece rappresentare l'opera L'amore delle tre melarance, e a Parigi, dove collaborò proficuamente con S. Djagilev. A quel periodo risalgono le opere Il giocatore (1926) e L'angelo di fuoco (1928) e i balletti Il buffone (1921), Passo d'acciaio (1925) e Il figliol prodigo (1929). Nel 1933 fece ritorno in patria: collaborò con S.M. Eisenstein, realizzando le colonne sonore dei film Alexandr Nevskij (1938) e Ivan il Terribile (1942-45), e compose i balletti Romeo e Giulietta (1938) e Cenerentola (1945), nonché l'opera Guerra e pace (1942). Nel 1948 il comitato centrale del Partito comunista sovietico lo accusò di comporre musica eccessivamente intellettualistica, troppo complicata e astratta per non risultare avulsa dalla realtà; P. accettò formalmente le contestazioni, ma nei fatti non si adeguò mai alle direttive politiche che ne seguirono: gli ultimi lavori di P., tra i quali ricordiamo Sonata per violoncello e pianoforte (1949) e A guardia della pace (1950), accolti con favore dal pubblico e dalla critica, non rivelano, infatti, alcuna modificazione stilistica di rilievo. Complessivamente, la sua produzione sinfonica consta di sette sinfonie, cinque concerti per pianoforte, due per violino, due per violoncello e due ouverture; per quel che concerne la musica da camera, invece, si ricordano due quartetti, il quintetto per oboe, clarinetto, violino, viola e contrabbasso, una sonata per violino e pianoforte, una per flauto, una per violoncello e pianoforte e nove per pianoforte. L'esasperazione della modernità e lo sfrenato avanguardismo caratterizzano la prima produzione di P., finendo, poi, per attenuarsi e approdare a una sorta di realismo romantico nei lavori della maturità (anche se le evoluzioni stilistiche del compositore sovietico non seguono assolutamente un percorso lineare). Ciò che sembra rimanere costante in P. è la preoccupazione di salvaguardare, attraverso la moltiplicazione delle dissonanze, le basi della tonalità; a dispetto delle apparenze, dunque, la musica di P. conserva ancora l'impostazione ottocentesca (Sontzovka, Ekaterinoslav 1891 - Mosca 1953).